martedì 27 maggio 2014
Recensione del libro "La stanza di mia moglie" di Eun Hee-Kyung
Preview:
Nel vastissimo panorama della letteratura femminile contemporanea coreana, ancora purtroppo poco nota al pubblico italiano, Eun Hee Kyung (은희경 - Ŭn Hŭigyŏn) occupa un'importante posizione come autrice, principalmente di racconti brevi, danp'yŏn sosŏl (단편 소설), con a tema la condizione della donna, la solitudine e l'infelicità dell'individuo, l'impossibilità di comunicazione che caratterizza i rapporti umani nella contemporanea realtà coreana e, in generale, nella moderna società industrializzata.
In Italia, di Eun Hee Kyung è stata pubblicata, dalla casa editrice veneziana Cafoscarina nella collana «Cina e Altri Orienti», una raccolta di due racconti dal titolo La stanza di mia moglie, che comprende il racconto di media lunghezza Duo (이중주 - Ijungju), opera di debutto con la quale vinse, nel 1995, il Premio Donga Ilbo, e il racconto breve La stanza di mia moglie (아내의 상자 - Anaeŭi sangja - trad. La scatola della (mia) moglie), del 1998, anch'esso insignito del prestigioso premio letterario Yi Sang.
venerdì 25 aprile 2014
[News] Aggiornamenti incidente del traghetto Sewol
A quasi
dieci giorni dall'incidente della Sewŏl(세월호) è possibile tracciare un
bilancio più preciso su quella che, sin dalle prime, imprecise
notizie pervenuteci, si presentava come una vera e propria tragedia.
Ad oggi, 25 aprile, il numero dei morti accertati è salito a 185 mentre si riducono sempre più le speranze di ritrovare i 117 dispersi, tanto che il governo coreano ha più volte annunciato la
sua intenzione di sospendere le operazioni di salvataggio al fine di
non mettere ulteriormente a rischio la vita dei soccorritori.
Nel
frattempo, la magistratura ha già emesso le prime ordinanze di
arresto nei confronti del capitano Lee Joon-Seok(이준석) e di altri sei membri dell'equipaggio accusati di non aver
adempiuto al loro ruolo e di aver abbandonato la nave prima della
messa in salvo dei suoi passeggeri. Intanto le indagini si sono
orientate verso l'accertamento delle eventuali responsabilità penali
della compagnia di navigazione Chonghaejin Marine Co. Ltd.(청해진해운),
proprietaria del traghetto, il cui presidente e gli alti dirigenti
sono accusati di aver scarsamente preparato l'equipaggio per
fronteggiare eventuali situazioni di emergenza.
Ad aggravare la
situazione, la tragedia personale del vicepreside Kang Min-gyu(강민규), morto
suicida il 18 aprile a causa del senso di colpa provato per non
essere stato in grado di salvare i suoi alunni, così come le accuse
rivolte alla presidentessa Park Geun-hye(박근혜) e al suo governo,
colpevolizzato di aver mal gestito l'accaduto e di aver pubblicamente
lapidato, con parole durissime, il capitano e i membri
dell'equipaggio, aggravando di molto la loro già difficile
situazione. A ciò vanno sommandosi, notizia di pochi giorni fa, le
condoglianze pubbliche espresse dal regime nordcoreano “al governo,
alle famiglie e ai superstiti” della tragedia della Sewŏl, un
evento questo che non si registrava da oltre dieci anni (in
quell'occasione il Governo di Pyŏngyang(평양) espresse la sua solidarietà
ai fratelli del sud a seguito dell'incendio della metropolitana di
Daegu(대구) e del quasi contemporaneo tifone Maemi che colpì la parte
meridionale della Penisola) e che ci ricorda la tragedia sempre viva
che la Penisola coreana si trova a vivere.
In questo accavallarsi di notizie che,
sicuramente, non hanno giovato all'immagine del Paese, vogliamo qui
ricordare quello che è stato l'altro volto della tragedia della
Sewŏl, quello che ha messo in mostra la forza, la solidarietà e la
fratellanza del popolo coreano. Già dalle prime notizie trapelate
dopo l'incidente si veniva a sapere di persone che si rifiutavano di
abbandonare la nave per prestare il proprio aiuto agli studenti e
che, a seguito di questo loro gesto di altruismo, hanno finito per
perdere la propria vita per salvare quella di altri. È il caso
questo di Yang Dae-hong(양대홍), membro dell'equipaggio nelle cui ultime
parole, così come riportato nella sua ultima telefonata alla moglie
Ahn So-hyun(안소현), affermava di star facendo di tutto per salvare i ragazzi
intrappolati nella nave. Come lui sicuramente si sono comportati
altri dei ventinove membri dell'equipaggio, alcuni dei quali oggi
risultano tra i dispersi o tra i morti. La 22enne Park Ji-young(박지영) è
tra questi. La ragazza, il cui corpo è stato ritrovato per primo, ha
coordinato da efficiente membro dell'equipaggio quale lei era e
nonostante il ritardo nell'annuncio di abbandonare-la-nave, le
operazioni di messa in sicurezza dei passeggeri cedendo loro il
proprio giubbotto di salvataggio e attendendo sino all'ultimo minuto
che le persone sotto la sua responsabilità fossero in salvo. Come
non ricordare poi l'opera dei sommozzatori, di cui il sottufficiale
Yoon D. H.(윤대호) di soli 21 anni ne è divenuto il simbolo, morto in un
letto d'ospedale il 20 aprile dopo esservi stato ricoverato per i
traumi subiti durante le operazioni di soccorso. A questi la stampa
ha giustamente tributato il titolo di “eroi della Sewŏl”.
Molti coreani poi, per dimostrare il
loro supporto hanno aderito alla campagna del Fiocco Giallo(노랑리본), promossa da
un gruppo di studenti per tener viva la speranza che vi siano ancora
dei sopravvissuti e che, nata inizialmente come campagna online sui
sociale networks, dove, per aderirvi è sufficiente cambiare la
propria immagine profilo con quella del fiocco giallo simbolo della
campagna, ha poi visto la partecipazione di moltissime persone di
ogni età alle attività ad essa ispirata che si sono tenute in
numerosissimi luoghi pubblici in tutto il Paese. A questa catena di
solidarietà, infine, si sono aggiunte anche importanti personalità
dello spettacolo come Ha Ji won(하지원), Kim Soo Hyun (김수현), Song Seung Hun(송승헌), Ryu Hyun Jin(류현진), Jo Sang
Wook(조상욱), Jung Il Woo(정일우) e Kim Bo Sung(김보성), per citarne solo alcune le quali
hanno effettuato donazioni personali alle vittime del disastro della
Sewŏl.
venerdì 18 aprile 2014
[News] Tragedia del traghetto Sewol (세월호)
Il team di Coreanico intende esprimere
tutta la propria solidarietà nei confronti del popolo coreano
colpito dalla recente tragedia del traghetto Sewŏl
(세월호).
A due giorni dall'accaduto, le notizie sono ancora lacunose e incerte
mentre, purtroppo, va aumentando con il passare del tempo il numero
dei morti accertati, salito a 28 su 284 dispersi.
Il traghetto Sewŏl
era partito da Incheon(인천)
diretto all'Isola di Jeju 제주,
rinomata località turistica del sud del Paese, la mattina del 16
aprile con a bordo 475 persone (poi ritrattate in 459-462), di cui
325 studenti, per la maggior parte studenti del liceo Danwŏn(단원 고등학교)
di Ansan(안산) lì diretti per le vacanze. Il traghetto Sewŏl
da 6.825 tonnellate di dislocamento e dalla capienza massima di 921
passeggeri, stando alle testimonianze dei superstiti, ha prima
sbandato violentemente per poi inabissarsi, attorno alle 9 del
mattino, a circa 20 km di distanza dall'Isola di Byungpoong . I
soccorsi sono stati tempestivi, giunti sul posto circa 30 minuti dopo
l'accaduto, ma la nave ha finito per affondare in sole 2 ore.
Sono in seguito intervenuti 178
sommozzatori coreani aiutati da un corpo della VII flotta
statunitense. Le operazioni di soccorso sono però ostacolate dalla
scarsa visibilità del fondo e dalle forti correnti sottomarine, e
ciò ha portato le autorità, per voce di uno dei coordinatori delle
azioni di soccorso, Cho Yang-Bok 조양복,
a supporre che coloro che siano rimasti all'interno dello scafo
difficilmente possano essere sopravvissuti.
Restano ancora sconosciute le ragioni
del disastro, sebbene siano state ormai escluse le ipotesi di una
collisione fra navi e di un urto con una roccia sommersa che,
inizialmente, erano state formulate. L'ipotesi maggiormente
accreditata è quella di una manovra improvvisa che ha finito per
sbilanciare il peso del traghetto con il conseguente spostamento del
carico, veicoli, camion, auto e pullman, parcheggiati nei vari ponti
dell'imbarcazione.
Secondo le indagini della procura
locale, al momento dell'incidente, riportato, secondo le
testimonianze dei superstiti, come un grande boato al quale ha fatto
seguito il progressivo inabissarsi del traghetto, alla guida
dell'imbarcazione non vi era il capitano, Lee Jun-Seok(이준석),
ma il terzo luogotenente,descritto dai media coreani come un giovane
inesperto con appena un anno di servizio alle spalle. Ad aggravare,
poi, la situazione del capitano il fatto che questi abbia abbandonato
la nave assieme all'equipaggio quando 300 dei 475 passeggeri erano
ancora sul traghetto e quando non era stato ancora loro comunicato
alcun messaggio di abbandonare la nave. Il comandante ha espresso le
proprie scuse, vergognandosi per il suo comportamento, dinanzi ai
famigliari delle vittime.
La Presidentessa sudcoreana Park
Geun-Hye(박근혜),
per esprimere la sua vicinanza alle vittime della tragedia, ha voluto
visitare la zona del naufragio chiedendo al governo di mobilitare
tutte le risorse e le attrezzature possibili per ritrovare i
dispersi. Si è poi recata nella palestra di Jindo, vicino al luogo
dell'accaduto, dove sono ospitati i famigliari dei dispersi e dove
non sono mancate le contestazioni nei confronti del governo, accusato
di non aver gestito al meglio la situazione.
Ad oggi la tv di stato coreana, Kbs,
conta 164 superstiti, di cui 55 feriti e 78 studenti, 293/294
dispersi, di cui 250 giovani studenti e 28, sin ora accertati, i
defunti e fa sapere che, in vista dei recenti fatti, molti eventi e
festival, nazionali e non, sono stati cancellati o posticipati. Una
tragedia non destinata a finire con questo incidente, come dimostra,
notizia di oggi, il suicidio del vicepreside di una delle scuole in
gita il quale, sopravvissuto alla tragedia, non ce l'ha fatta a
sopportare il senso di colpa e ha deciso di suicidarsi a poca
distanza dal luogo dove sono ospitati i famigliari delle vittime, in
un disastro che fa temere che il bilancio finale dei morti possa
essere maggiore del peggior naufragio della storia della Corea del
Sud, avvenuto nel 1970 e nel quale morirono 323 persone.
Iscriviti a:
Post (Atom)